sabato 4 aprile 2009

Cronaca della mia prima maratona da diabetico Roma 2009


E’ nato tutto per scherzo, non ero nemmeno iscritto, dovevo fare solo l’accompagnatore di un’amico che aveva iniziato a correre a causa (merito) mio e che doveva fare la sua prima maratona. Secondo i miei piani avrei dovuto accompagnarlo fino al 20°km massimo al 25°km non oltre e invece..

Arrivo a Roma il sabato mattina ho prenotato in un ostello in zona Ottaviano con vista sulle mura vaticane, molto economico. Subito dopo aver posato lo zaino mi raccoglie Davide, il mio amico, che dorme a casa della sua ragazza che è di Roma e ci ospiterà per il pranzo. L’ottimo pranzo non è di sicuro il massimo per un diabetico ma non si può certo rinunciare ad un buonissimo risotto di pesce in doppia porzione a delle squisite seppie ripiene e non ultimo ad un gelato artigianale, tant’è che la glicemia a fine pasto schizza a 228 mg/dl subito prima di farmi 4 unità di Apidra. Il pomeriggio andiamo al Marathon expo e poi ci diamo appuntamento per il mattino successivo alle 7.30 alla stazione Termini. Dopo una bella doccia esco per cercare un ristorantino per cena, la glicemia è 75mg/dl prima di sedermi a tavola e fare un mini carico glicidico costituito da bruschette mozzarella pomodorini e acciughe, tonnarelli cacio e pepe, pizza marinara e spararmi 5 unità di Apidra, torno in ostello ed alle 23.21 la glicemia è 78mg/dl (ancora non sapevo di essere in luna di miele ed avevo esagerato con le unità di insulina rapida) mangio una barretta di Enervit pari a circa 38gr di cho e poi mi metto a letto. Passo la notte quasi completamente insonne a causa un po’ del casino in ostello ed un po’ della tensione pre maratona ne approfitto quindi per un controllo notturno della glicemia verso le 2.00 della notte e trovo 142 mg/dl. Verso le 3 riesco ad addormentarmi. Ore 6.30 sveglia, vestizione e controllo glicemico, risultato del controllo 144 mg/dl. Colazione con barretta energetica da 45gr di carboidrati e 2 unità di Apidra e acqua a volontà. Alle 7.22 controllo di nuovo la glicemia che è 99 mg/dl quindi mangio una barretta Enervit da 38gr di cho e raggiungo Davide. Insieme andiamo verso la partenza un po’ infreddoliti ma abbastanza tranquilli. Alcuni minuti prima della partenza misuro ancora la glicemia che è 172 mg/dl. Ora non resta che aspettare lo sparo. Ore 9.00 spaccate con un'insolita precisione romana partiamo. Sento subito che al ritmo dei pace maker delle 4hr che abbiamo deciso di seguire (5'40'' al km) la gamba gira molto facile, sin da subito Roma la città eterna ti aiuta a non sentir nessuna fatica, neanche ti accorgi che stai correndo, sembra di essere in gita, poi andiamo veramente piano, potrei mettermi a cantare. Il vento c'è ma siamo talmente tanti che neanche ce ne accorgiamo, solo in alcuni tratti infastidisce appena. Il sole splende che è un piacere e corrergli incontro mi da una gioia immensa. Ho programmato prima di partire di assumere una bustina di gel ogni mezz'ora circa, porto dietro nella maglia 6 bustine di gel e mezza barretta Enervit, inoltre mi sono portato dietro anche il glucometro. Passati i primi 35 minuti di corsa mangio la mezza barretta e ci bevo dietro un bel pò di acqua. Proseguo poi seguendo il piano che mi ero fatto alla partenza ed ogni 30 minuti faccio fuori una bustina di gel arrivo cosi ai primi 17km e decido di misurarmi la glicemia, nemmeno mi fermo e mentre corro dopo essermi lavato le mani con un pò d'acqua ad un ristoro tiro fuori il contenitore con il necessario. Prima inserisco la striscia nel glucometro, poi mi buco con il pungidito asciugo sul palmo la prima goccia, strizzo un pò il dito per avere un'altro pò di sangue quindi mi fermo un secondo per caricare la striscia reattiva con il sangue, questo correndo non credo proprio che mi sarebbe riuscito farlo, riparto immediatamente e aspetto il risultato del test in corsa. 71mg/dl 1 ora e 50 minuti circa di corsa, non male, proseguo come da programma. Mi giro ogni tanto verso Davide, gli chiedo come sta e risponde che comincia ad avere mal di gambe, cerco di fargli forza e gli dico che è normale, anche io ho mal di gambe ma in maratona bisogna un po’ anche soffrire, l’emozione di una gara lunga 42km è un po’ anche quella. Andiamo avanti molto regolari spinti anche dai pace maker che non perdono occasione per urlare ed esaltare un po’ tutti, sembrano più dei vocalist che dei runner, a me onestamente danno anche un po’ fastidio abituato come sono a correre da solo ascoltando solo il mio respiro ed i miei passi. Sono quasi ipnotizzato da questo ritmo che stiamo tenendo, non faccio minimamente fatica, i chilometri scorrono rapidi. Continuo a tenere d’occhio il cronometro e sempre ogni 30-35 minuti circa prendo una bustina di gel, bevendo poca acqua ad ogni ristoro. Intorno ai 25km Davide inizia a dire che non ce la fa più ad andare avanti, rallentiamo un po’, cerco di stargli avanti e fargli coraggio e per un po’ ci riesco e lui continua a correre. Intorno ai 30km mi giro e lui non è più dietro di me, lo cerco con lo sguardo e con qualche difficoltà lo trovo qualche decina di metri più indietro che rallenta vistosamente, lo aspetto e poi ci fermiamo per fare un po’ di streching per cercare poi di ripartire, pochi minuti dopo riproviamo a correre, ma non ci sono storie oggi non ce la fa ad andare avanti camminiamo per dei tratti poi riproviamo a correre fino a che mi dice di andare avanti da solo che lui si ferma. Non sente storie, le mie parole di convincimento sono vane e non insisto più di tanto. Si toglie il pettorale e me lo passa. Ok lo porto io il pettorale al traguardo anche se non dovevo nemmeno arrivare fino a qui. Siamo al 31km misuro la glicemia sempre mentre corro e trovo 52mg/dl, un po’ bassina, prendo una bustina di gel ed al ristoro successivo 3 zollette di zucchero e via di nuovo al galoppo. I pace maker delle 4 ore mi sono avanti di 4-5 minuti, il tempo che ho perso quando ci siamo fermati, li riprenderò. Volo alternando un km a 4’ e 45’’ ed uno a 5’40’’ e vado avanti cosi fino al 39°esimo km. Al 37°esimo km durante una frazione a 5’ e 40’’ testo di nuovo la glicemia, 79mg/dl, alla grande. Al 40°esimo accuso pesantemente tutti gli ultimi km veloci ma fortunatamente vedo a poche centinaia di metri i palloncini dei pace maker che mi danno la carica, ogni 300-400mt faccio qualche passo e poi riprendo a correre e cosi facendo arrivo ai 41 km. Qui l’adrenalina si fa sentire e la fatica scompare, rigido come un palo di legno ma veloce come un leopardo corro verso la fine di questa stupenda maratona e arrivo sotto lo striscione del traguardo a pochi secondi dai pace maker delle 4 ore, missione compiuta, o quasi. Tempo finale 4 ore 0 minuti 35 secondi, real time 3 ore 59 minuti e una manciata di secondi.

Alcune domande mi sono sorte a posteriori. Quanto ha influito il fatto di avere il diabete sulla mia corsa? La risposta è, per niente. Durante tutta la gara gli unici momenti in cui mi sono ricordato di avere il diabete è stato quando mi sono misurato la glicemia. Questa è chiaramente un’attenzione che chiunque abbia il diabete non può non avere. Il calo della glicemia durante la pratica di un’attività fisica in soggetti in trattamento insulinico è da tenere in debita considerazione, ma non causa alcun tipo di problema gestendo le integrazioni glucidiche con attenzione e cercando di monitorare la glicemia, attività fattibilissima in quasi ogni situazione grazie agli strumenti di misura oggi a disposizione.

Analizzando il risultato cronometrico ottenuto a Roma, considerando che non ho eseguito alcun tipo di preparazione per portare a termine Roma in 4 ore dato che provenivo da un periodo di stop di due mesi con ripresa degli allenamenti l’8 febbraio a poco meno di un mese dalla diagnosi del diabete con appena 157 km corsi tutti a ritmo del mio fondo lento e confrontando il mio personale sulla maratona (3ore 26minuti) ottenuto a Firenze il 30 novembre 2008, si capisce come il diabete non influisca in alcun modo sulle qualità atletiche di un soggetto, questo chiaramente se il quadro metabolico è ben compensato.

Un altro quesito che mi sono posto è; Quanto l’attività fisica che ho ripreso a praticare non appena stabilizzato il quadro metabolico dopo la diagnosi del diabete influisce sul diabete stesso? La risposta è: tantissimo, naturalmente in positivo. La pratica sportiva mi ha ridato fiducia consentendomi di superare lo sconforto dei primi tempi dopo la scoperta del mio diabete, mi consente di gestire molto meglio la glicemia riducendo notevolmente i dosaggi di insulina se non azzerandoli completamente ai pasti immediatamente precedenti o subito successivi alla pratica dell’attività.

8 commenti:

theyogi ha detto...

bravo due volte: nonostante la nottataccia e quel 'nemico silenzioso' sempre in agguato, hai fatto una bellissima gara.... io corro anche per esorcizzarlo, visti i precedenti nella mia famiglia....

Alessandro Grippo ha detto...

@the yogi
Grazie dei complimenti. Diciamo che hai iniziato a correre per esorcirzarlo ed ora corri perchè non puoi più fare a meno di farlo:)

Pimpe ha detto...

GRANDE ! grande tempo, grande volonta' ed esempio.. !
non mollare mai !

insane ha detto...

Bravo Alessandro!
Bèlla gara,avanti così,sei un grande esempio.

Ciccò ha detto...

Alè Ale. Non ci conosciamo ma toglimi una curiosità:
quante volte al giorno provi la glicemia?

Alessandro Grippo ha detto...

@Cicco.rre

Attualmente da quando sono in luna di miele e mi faccio una sola insulina lenta alla sera me la controllo 3 volte al giorno: 2hr dopo ogni pasto principale, colazione pranzo e cena.

Alberto Bressan "Pasteo" ha detto...

Bravissimo! Io credo che la corsa potrà aiutarti a contrastare il diabete. Almeno io te lo auguro!

Alberto Bressan "Pasteo" ha detto...

Ahh dimenticavo:3:59 di real time non é da tutti. Complimenti!!!